Salve a tutti,
E’ per me un onore ed un piacere essere presente qui, oggi, in questa occasione per parlare del servizio sanitario nazionale e della salute degli italiani.
Desidero ringraziare tutte le persone presenti, il professor Walter Ricciardi, estensore del piano in discussione oggi, e l’amica e onorevole Daniela Ruffino per il suo invito a presenziare.
E’ giusto che un partito come Azione abbia deciso di confrontarsi su un tema fondamentale come la Sanità.
Ed è giusto, anzi sarebbe doveroso, che il tema della salute torni, in termini diversi, al centro del dibattito politico dopo la nefasta stagione della pandemia.
E’ quasi un paradosso come nel triennio 2020/22 abbiamo vissuto ogni singolo giorno discutendo di misure sanitarie, di salute, di potenziamento del servizio e dell’assistenza, della centralità della salute come bene collettivo anche a discapito di libertà individuali ed, improvvisamente, come il risveglio da un brutto sogno, ce ne siamo dimenticati o abbiamo accantonato tale dibattito.
Eppure la pandemia ha sovraesposto alcuni punti critici della nostra sanità.
Ospedali vetusti, reparti sovraffollati, personale ridotto all’osso e costretto a turni massacranti, corruzione, disservizi, liste di attesa infinite, esami a distanza di mesi che costringono la gente per necessità a pagare il servizio privato.
Medicine costose e spesso introvabili, difficoltà ad accedere a servizi e presidi medici vitali.
Io sono vice presidente dell’Associazione Graziani Adelina contro la malasanità e per i diritti dell’uomo, collabora anche con tantissime associazioni e con l’istituto di ricerca di Candiolo, in tutta questa quotidiana sanità ho toccato con mano e visto di persona le grandiose eccellenze che abbiamo su questo territorio, ma anche purtroppo le dolorose lacune e carenze.
E dove ci esaltiamo per le strutture che funzionano, per gli impianti all’avanguardia, per la grandissima professionalità di medici, infermieri e personale, purtroppo l’altra faccia della medaglia è dolorosa.
Allora torna di emergenziale attualità, la necessità di parlare di un sistema sanitario nazionale più equo.
Dove il cittadino abbia il servizio necessario il più vicino possibile, dove la cura così come il medico non gli imponga trasferte in altre regioni per essere meglio curato.
Una sanità dove ci sia il rispetto della persona, non è più accettabile vedere Rsa trasformate in lager dove i nostri anziani e disabili subiscono i peggiori abusi e vengono privati dei loro basilari diritti in nome dell’efficienza e del risparmio.
Dobbiamo esigere una sanità che rispetti anche chi lavora in essa, che si tutelino i medici, gli infermieri, il personale, che vengano fatte le assunzioni necessarie e spariscano gettonisti, cooperative, e zone grigie di gestione pubblico/privata che servono solo a peggiorare la situazione.
E servono strutture che non significa solo ospedali buttati dove capita in posti magari non strategici o dove si possono fare colate di cemento e speculazioni, serve stilare un piano strategico di ambio respiro per decidere come costruire l’infrastruttura sanitaria dei prossimi decenni alla luce di tutte le innovazioni, ma anche delle condizioni e dell’età della popolazione italiana.
Serve un piano sanitario nazionale e sono orgogliosa che Azione ne abbia uno, che spero diventi presto IL piano sanitario dell’Italia e degli Italiani.
Un augurio di buon lavoro e di una proficua discussione a tutti.
Amministratore unico, Consulente del Lavoro dal 1991, laureata in Scienze dell’Educazione, e impegnata continuamente per il bene della sua città e dei cittadini.